Tre passi verso la meditazione profonda
Elena Baldacci
(mentre il mondo corre veloce)
Nel primo passo verso la meditazione profonda troviamo lo scendere dentro di sé: ci ritagliamo un momento di tempo nella nostra giornata, un momento “sacro” dedicato soltanto al proprio benessere e per questo ci troviamo uno spazio nella casa dove non essere disturbati, dove mettere tappetino e cuscino per avere una buona postura che favorisca la concentrazione; possiamo tenere una luce bassa accesa, o una candela, o possiamo accendere un incenso naturale per creare un’atmosfera distensiva. In questo primo step si cerca di fermare la corsa quotidiana del ‘fare’, l’iperattivismo. Ci FERMIAMO per entrare dentro di noi e lasciare fuori tutto il resto. Per poterci incontrare dobbiamo necessariamente rallentare. Possiamo utilizzare una musica adatta al rilassamento se non siamo abituati a stare fermi e in silenzio
Nel secondo passo verso la meditazione profonda troviamo il silenzio oltre allo stare fermi: in questo spazio che ci siamo creati dobbiamo arrivare con calma. Non ha senso “correre” per fare meditazione perché dovremmo utilizzare molto più tempo per ‘calmarci’ e perderemmo tempo prezioso per stare con noi stessi. Nel corso della meditazione non ci sarà alcun tipo di movimento ma soltanto ‘osservazione’ delle sensazioni, del flusso inarrestabile dei pensieri che osserveremo durante la respirazione, gli daremo un’etichetta e li lasceremo andare via, per tornare alla respirazione. In questo secondo passo si riconosce l’imprescindibile necessità di fare ‘silenzio’ per un tempo sufficiente (almeno 30 minuti) in modo da dare al corpo e alla mente la capacità di ‘fermarsi’. E’ un ‘essere fermi’ ancora più profondo. Lo potremo apprezzare, se siamo costanti con questa pratica, anche nel resto della nostra giornata perché saremo più calmi, centrati e lucidi. Riusciremo a gestire lo stress con più facilità perché possiamo sentirci ‘fermi’ nel nostro centro anche fuori dalla meditazione seduta.
Nel terzo passo verso la meditazione profonda scendiamo in un silenzio ancora più grande. Ormai abbiamo imparato a stare sulla respirazione, a osservare e lasciare andare i pensieri senza farci distrarre, a sentirci pacati e sereni nel nostro essere ‘fermi’, e respirando troviamo un punto di ancora maggiore pace e profondità, dove l’immobilità sembra talmente grande che il tempo pare sospendersi: è la pausa tra l’espiro e l’inspiro. Un attimo di ASSOLUTA immobilità, dove anche l’atto respiratorio sembra cessare per farci assaporare qualcosa di sublime, di così lontano dalla vita quotidiana, pur rimanendo pienamente presenti a se stessi. Una sorta di pacificazione, di beatitudine, dove vorremmo restare sempre.
Ecco, il segreto di una meditazione profonda è solo questo: stare fermi.
Come direbbe Charlotte Joko Beck… niente di speciale, ma radicalmente controcorrente rispetto alla centrifuga frenesia in cui questa società ci spinge fin da piccoli.