Cosa è realmente nostro?
Simone Prezioso
Vedi figlio mio, alle volte senti di dover esprimere qualcosa che urge nella tua interiorità e spesso ciò che emerge è degno di valore e attenzione. Tu stesso ti accorgi della bellezza e della grazia espressa e, dopo aver terminato l’opera, passi diverso tempo a rileggere il tutto come a voler nutrire la tua personalità cosciente di qualcosa che è emerso da non si sa dove. Fai quindi bene attenzione a ciò che sto per dirti. Come mai, a distanza di un determinato periodo di tempo, nel rileggere tali sublimazioni, rimane in te il gusto del valore di quanto creato ma che si mischia con un senso di estraneità, come se ad aver scritto tali parole sia stato qualcun altro?
Ebbene, sappi che effettivamente in tali episodi è altro
che prende forma nel tuo essere. L’interiorità funge da dimora, se così
si può dire, di varie entità con diversa natura, dalle più sublimi alle
più miserabili.
In te esiste il saggio anziano che è disinteressato rispetto
all’affaccendarsi della vita umana ma che è attratto dagli spiriti puri
che hanno il sincero desiderio di comprendere, alberga in te anche la
donna sensibile e suadente che vorresti amare con tutto te stesso,
alberga inoltre il bambino che sei stato e che si porta dietro un
bagaglio di desideri che mal si abbinano alla tua corporeità di uomo
adulto…
Eppure, per quanto tu ti riconosca e ti nutra di tali entità, si può
realmente dire che tutto ciò ti appartenga realmente? Cosa è nostro in
questa vita dove la quasi totalità degli eventi semplicemente avvengono e
dove appare virtuoso anche il solo atteggiamento di chi si accorge di
tale fortuità?
Ma, al contempo, è forse tua la vita cosciente che ti scorre accanto e
per cui, come per un iceberg, si è in grado di vedere ad occhio nudo
solo ciò che emerge dalle profondità delle acque lasciando
nell’incognita ciò che si muove al di sotto del livello del mare?
Gli orientamenti emotivi spingono le persone, che si pongono tali
gravosi quesiti, a creare una forma che permetta quantomeno di dare un
senso a ciò che risulta essere loro indefinibile e inafferrabile,
qualcuno direbbe che siamo tutti figli di Dio incostanti e imperfetti ma
che mantengono una natura divina al proprio interno, qualcuno potrebbe
parlare delle vite passate e di come gli strascichi di tali esistenze
prendano voce all’interno del nostro psichismo, qualcuno ancora potrebbe
dire che il tempo è una concezione del tutto umana e che quindi il
presente, il passato ed il futuro convivono contemporaneamente nel
flusso dell'esistenza ma, a dirla tutta, la maggior parte degli uomini
semplicemente non si accorge di tale misteriosa questione e prende per
pazzo chi si pone tali quesiti.
Ora, non è di mia competenza stabilire quale forma tu voglia dare a
tutto il quadro delineato e neanche se ci sia bisogno per te di
tracciarne una, se dobbiamo dirla tutta anche questa mia voce proviene
dall’incognita di cui si è discusso fino ad ora ed è quindi difficile,
se non impossibile, tracciare anche solo un punto di partenza della
questione in essere, ma ti invito sinceramente a lasciarti permeare da
tutto ciò che è stato detto poiché potresti trovare risposte altrove,
dove l’aspetto concettuale non ha voce in capitolo.